VI lectio di p. Maurizio Teani SJ – Venerdì 16 marzo 2018

L’enigma e il senso della storia

Una lettura del profetismo biblico – Geremia

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Testi di riferimento: brani tratti da diversi capitoli del libro di Geremia (6, 7, 13, 17, 29, 31, 32)

Geremia nei primi anni di attività aveva partecipato al movimento Deuteronomista che ricercava una riforma; ma col passare del tempo prese coscienza che questa riforma, che toccava l’esteriorità delle istituzioni, non cambiava niente se il cuore non mutava il suo atteggiamento, che è malato per natura.

Al capitolo 7 Geremia interviene denunciando la situazione religiosa del popolo di Israele che continua a frequentare il tempio, ma non vive il rapporto autentico con gli altri e con Dio stesso. La loro è una religione che serve quasi da copertura ad un comportamento che è contrario a ciò che Dio desidera per il suo popolo: hanno ridotto il tempio ad una spelonca di ladri, parole che lo stesso Gesù citerà nei vangeli.

Vs 7,21-27… Dice il Signore: Aggiungete pure i vostri olocausti ai vostri sacrifici e mangiatene la carne! In verità io non parlai né diedi comandi sull’olocausto e sul sacrificio ai vostri padri, quando li feci uscire dal paese d’Egitto. Ma questo comandai loro: ascoltate la mia voce! Allora io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo; e camminate sempre sulla strada che vi indicherò, perché siate felici…

L’evento fondatore, la liberazione dalla schiavitù, il cammino verso la libertà non è dato dal compiere sacrifici: ci sono certe circostanze in cui si può vivere senza culto esplicito, ma non si può mai vivere senza giustizia, senza il rispetto degli altri e di Dio. Dio chiede solo al suo popolo di Ascoltare la sua voce.

Ma essi non ascoltarono, anzi procedettero con cuore ostinato secondo il loro cuore malvagio… da quando i loro padri uscirono dal paese d’Egitto fino ad oggi io vi ho inviato con premura i miei profeti, ma essi non li ascoltarono.

Quel che il profetismo sostiene con gli ultimi grandi profeti è che il cuore malvagio e chiuso non è il fatto di un momento o di alcuni, ma tutti siamo coinvolti in modo strutturale. In questi versetti si può trovare una radice di quello che la teologia chiama peccato originale, ossia che il cuore dell’uomo è malato, predone, ribelle, ostinato. Proprio quel cuore che, nella mentalità biblica, è sede non solo dei sentimenti, ma è il luogo dove maturano le decisioni di fondo, tramite il quale le persone orientano la propria vita.

Questa riflessione viene sviluppata in 3 punti nel libro del profeta Geremia:

  1. Vs 6,7 Come fluisce l’acqua da una sorgente, così da essa scorre iniquità: l’acqua sorgiva è comunemente quella buona, ma se la sorgente è impura non si può fare niente per migliorare l’acqua. L’immagine usata dal profeta sta proprio ad indicare che dall’interno, dal cuore di Israele viene fuori il male, proprio a sottolineare la radicalità della situazione che si trova a vivere il popolo.
  2. Vs 13,23 può un Etiope cambiare la pelle o un leopardo le sue macchie? Allo stesso modo, potete fare il bene voi abituati a fare il male? Il male è un habitus, è qualcosa di innato; viene ancora ribadita la radicalità della situazione di preda del male, della chiusura su sé stessi.
  3. Vs 17,1 Il peccato di Giuda è scritto con stilo di ferro, e inciso con punta di diamante sulla tavola del loro cuore… Si fa riferimento alle Tavole della Legge. Geremia mette a fuoco una contraddizione che ognuno si trova a vivere: fra l’alleanza con Dio, rappresentato dal cammino di vita scritto sulle tavole della Legge, che è fuori dall’uomo, e il peccato che è presente dentro il cuore dell’uomo. E’ la stessa cosa che Paolo dice nella lettera ai Romani 7, 19: vedo il bene, ma faccio il male. Questo è un punto fondamentale: se uno è in ricerca ed è onesto, deve riconoscere che la libertà, che ritroviamo nel nostro rapporto con Dio, è ostacolata dal nostro cuore, che rimane prigioniero del proprio egoismo.

Tutti i Vangeli presentano la figura di Giovanni Battista prima di quella di Gesù. Questo per sottolineare che Giovanni rappresenta colui che prepara la venuta di Gesù, che riassume il messaggio decisivo dei profeti in due cose: riconoscere i propri peccati e di essere bisognosi.

  • La prima condizione per cambiare è riconoscere di avere bisogno e di prendere coscienza della radicalità della difesa di sé stessi. A tal proposito, ricordiamo il versetto 9,41 del vangelo di Giovanni (capitolo che racconta l’episodio del cieco nato): …se voi foste ciechi, non avreste colpa, ma siccome voi dite: noi vediamo, perciò la vostra colpa rimane.

Alla luce di questo è importante leggere il capitolo 31 di Geremia, cuore del libro che parla di un futuro di speranza:

Vs 31,31-34 …Ecco verranno giorni (indica il tempo messianico, i tempi decisivi dell’intervento di Dio nella storia) – oracolo del Signore – nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò un’alleanza nuova… questa sarà l’alleanza: porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore.

L’alleanza del Sinai è stata infranta, perché Israele non è restato fedele all’impegno di osservare il Decalogo e la Torah. Questo è l’unico cenno alla Nuova Alleanza nell’Antico Testamento.

Al capitolo 17, Geremia aveva detto che sulla tavola del cuore è scritto in maniera indelebile il peccato, il male. La nuova alleanza che Dio fa con l’uomo, ossia la nuova creazione, consiste nello scrivere la sua Parola di vita sul cuore dell’uomo.

Questa alleanza nuova trova espressione anche in Ezechiele36,36 nelle parole vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi farò vivere secondo i miei statuti

La trasformazione del cuore dell’uomo è opera di Dio. E’ la stessa novità che Giovanni annuncia quando dice: Viene uno dopo di me che è più grande di me…E’ quella forza che Gesù al capitolo 3,3 di Giovanni sottolinea nell’episodio di Nicodemo: …se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio.

  • Come è possibile cambiare, noi che siamo inveterati? Come possiamo diventare esseri nuovi?

Dio è capace di fare cose impossibili all’uomo; questo è il miracolo, in questo consiste la potenza di Dio. E’ quello che annunciamo a Pasqua e che avviene nella celebrazione del sacramento del Battesimo.

Geremia mette in luce nel suo libro anche gli atteggiamenti e gli orientamenti di fondo da assumere nel momento in cui sperimentiamo la durezza del nostro cuore, mentre attraversiamo i nostri momenti di crisi.

Al capitolo 29 ci troviamo nel periodo della prima deportazione da parte dei Babilonesi che avvenne nel 597 a. C., quando Geremia rimase a Gerusalemme e scrisse ai deportati, a quelli che erano nella desolazione e che stavano prendendo coscienza dei risultati ottenuti con un cuore inciso dal peccato:

Vs 29,4 Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele, a tutti gli esuli che ho fatto deportare da Gerusalemme a Babilonia: costruite case e abitatele, piantate orti e mangiatene i frutti; prendete moglie e mettete al mondo figli e figlie….cercate il benessere del paese in cui vi ho fatto deportare…perché dal suo benessere dipende il vostro benessere … Geremia invita a vivere la condizione di esilio, ad accettare di abitare la crisi, frutto delle nostre scelte e di una società dal cuore indurito, per poter attendere la novità che Dio manderà, quel cambiamento profondo del cuore, che comporterà il ritorno nella terra promessa.

  • Accettare la fine di qualcosa, non abbandonando la realtà.

Noi oggi stiamo vivendo la fine di qualcosa, dovuto anche alle nostre resistenze, ma dobbiamo guardare con speranza al futuro (costruite…, piantate…, mettete al mondo figli…).

Un altro testo, in cui Geremia descrive i comportamenti da seguire nel momento della desolazione del cuore, riguarda la vicenda personale di Geremia che è coinvolto nel disastro al capitolo 32, quando si trova imprigionato ed è chiaro che i Babilonesi stanno accerchiando la città di Gerusalemme, che la invaderanno e che ne faranno terra bruciata:

Vs 32, 6 Mi fu rivolta questa parola del Signore: …Comprati un campo…stesi il documento del contratto, lo sigillai, …sotto gli occhi di testimoni …diedi quest’ordine: prendi i contratti…e mettili in un vaso di terra, perché si conservino a lungo. Poiché dice il Signore: “ancora si compreranno case, campi e vigne in questo paese” … L’ordine di comprare un campo e conservarne il contratto sembra un gesto contradditorio rispetto alla situazione che il profeta sta vivendo, ma è un gesto di fiducia, di speranza che deve rimanere viva.

Per chi è dentro i fatti della Chiesa e si rende conto che le condizioni non sono rosee, con il calo delle vocazioni, con i giovani poco presenti (spesso non per colpa loro), è importante attraversare questo momento di desolazione, non rifiutarlo, non negarlo, attraversarlo ed entrarci dentro con la speranza che il Signore continua a lavorare. Lo Spirito del Signore opera sempre, prima di noi, più di noi, meglio di noi e ci precede, per questo è importante restare attenti e vigilare.

OSSERVAZIONI:

La tematica del cuore è ripresa anche da Gesù in Marco 7,15 e seguenti: non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall’uomo a contaminarlo … ciò che esce dall’uomo, questo sì contamina l’uomo…

  • Il problema serio consiste nel cambiare il proprio cuore per poter cambiare la realtà che viviamo

Leggendo il versetto di Geremia 29,7: Cercate il benessere del paese in cui vi ho fatto deportare. Pregate il Signore per esso, perché dal suo benessere dipende il vostro benessere… tornano in mente le parole del testo di Gaber Libertà è partecipazione, quasi a voler dire che dobbiamo tutti partecipare al BENE comune, indipendentemente dalla situazione in cui ci troviamo perché il nostro bene è quello degli altri e viceversa.

  • È necessario imparare a vivere come comunità in qualsiasi situazione. La vera libertà consiste nella possibilità di scegliere il BENE anche in circostanze disperate.

Il peccato originale è frutto di un’esperienza, è condizionato sia da eventi esterni sia da qualcosa che c’è dentro l’uomo. Ognuno di noi è il prodotto di ciò che viene prima, viene plasmato da un’esperienza che eredita e che riceve. Per accogliere il seme della novità della Parola di Dio, bisogna prima interrogare la propria esperienza concreta, per rendersi conto che si è bisognosi di essere liberati. Il cambiamento del cuore avviene nel tempo quando si prende coscienza della necessità del trapianto di cuore e si consolida la fiducia del proprio rapporto con Dio Padre, il cui Spirito lavora sempre ed in tutti.

  • Chiunque si china sul bisogno dell’altro, costui è un liberato, è uno che è entrato nel cuore di Dio e ha fatto l’esperienza di sentirsi amato.